Documenti dell’Abruzzo Teramano. Presentato oggi pomeriggio il settimo volume della collana.

Con la pubblicazione del settimo volume su “Teramo e la valle del Tordino” -la cui presentazione si è tenuta oggi pomeriggio, nella sala Consiliare della Banca Tercas SpA a Teramo, da Roberto Di Paola, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici d’Abruzzo, – si conclude la collana dei DAT: “Documenti dell’Abruzzo Teramano”: un progetto editoriale di grande rilievo culturale che, promosso agli inizi degli anni 80′ dall’allora Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo,  è stato ereditato e portato a termine dalla Fondazione Tercas e dalla Banca Tercas SpA.

Imponente per taglio sistematico, censimento, rigore scientifico, studio e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio della provincia di Teramo, l’intera Collana consta di sette volumi suddivisi il 16 tomi per un totale di 5042 pagine e 6147 illustrazioni ed offre una rilettura del territorio della nostra provincia (dalla Preistoria all’ Unità d’Italia) naturalmente diviso dalle sue vallate fluviali, e consente di avere una visione complessiva e capillare dell’arte, dell’archeologia e della storia, dei monumenti e dei beni artistici presenti.

Direttrice dell’opera è la professoressa Luisa Franchi dell’Orto che si è avvalsa di un comitato di edizione composto da Ferdinando BolognaMario del Treppo e Antonio Giuliano e di un comitato di redazione composto da Nerio Rosa e Adelmo Marino.

Con questo volume si è giunti dunque  alla fine di una ricerca che ha investito un territorio di quasi duemila chilometri quadrati, dal Tronto al Pescara, dalla montagna al mare. Un’analisi minuziosa, una “histoire à parte entière”, come ci si propose all’inizio dell’impresa che ha dato frutti così cospicui da consentirci oggi di affermare che questa fetta d’Abruzzo, per ricchezza di monumenti d’arte e di storia e, non ultimo. per bellezze naturali, può ben stare al pari di piú celebrate regioni dell’Italia centrale.

È un risultato che si deve ai numerosi collaboratori, alcuni presenti fin dal primo volume di questa collana, che non solo si sono messi a disposizione con la loro preparazione di studiosi, ma si sono anche prodigati con appassionato impegno.

A tutti un profondo ringraziamento. In particolare a Ferdinando Bologna senza la sapiente guida del quale quest’opera non sarebbe la stessa.

Infine non va dimenticato che la stretta collaborazione con le istituzioni statali, provinciali e civiche (Soprinten­denze, Archivi, Biblioteche, Musei) e con la Curia Aprutina e Pescarese, che qui tutte doverosamente si ringraziano, ha già in alcuni casi concorso a garantire la tutela e la conservazione di questo nostro straordinario patrimonio stori­co e artistico.

Ma l’augurio è che questa fatica possa sensibilizzare i suoi naturali fruitori, i cittadini di comuni, frazioni. località, fra i quali tanti hanno contribuito con le loro conoscenze e le loro memorie alla realizzazione di que­st’opera, perché siano essi i primi a preservare la loro identità culturale che i “Documenti”, per larga parte, hanno inse­rito nella piú vasta fiumana della storia della civiltà europea.

 

Teramo e la valle del Tordino     Volune VII  – Collana D.A.T

L’area presa in questo ultimo volume della Collana (che consta di due Tomi) si articola lungo il corso del fiume Tordino e del suo affluente Vezzola dalle pendici dei Monti della Laga fino al mare: anco­ra una volta una zona ricca di insediamenti fin dalla preistoria, fittamente abitata in età preromana e romana, con la consueta, straordinaria continuità fra antichità e medioevo che si registra costantemente nel territorio della provincia storica teramana.

Nei contributi dedicati a questa piú antica fase cronologica viene messa in luce in piú punti la specificità dei Pretu­zi nella compagine delle genti della fascia medio-adriatica e si segnalano una prima visione di sintesi della cultura ita­lico-romana nella zona e in particolare, la capillare e per larga parte inedita ricostruzione delle fasi di vita, dall’inse­diamento pretuzio all’abitato altomedievale, di Teramo con l’importante ruolo svolto nelle vicende postantiche dalla Chiesa Aprutina.

Per il periodo medievale è di notevole interesse l’esame approfondito e innovativo sugli apparecchi architettonici delle due Cattedrali teramane (il Duomo. per altro, arricchito di una prima pubblicazione dei recenti scavi) e le chiese piú antiche di Teramo e di Giulianova, con l’aggiunta di due inedite parrocchiali isolate fra le pendici boscose.

Quan­to alle opere in esse contenute. per larga parte inedita è la lettura degli smalti dell’Antependium di Nicola da Guardia­grele e degli affreschi sia del Duomo che della chiesa di San Domenico, con la puntualizzazione delle figure degli arti­sti che le realizzarono da Giacomo da Campli, al riscoperto Luca d’Atri, al Maestro del Giudizio di Loreto Aprutino; e ancora pieni di novità sono i contributi dedicati a Jacobello del Fiore, a Sebastian Majewski, alle sculture e ai rilievi altomedíevali.

Per i secoli successivi notevoli sono le schede sulle Madonne lignee e fittili tra XIV e XV secolo, sui dipinti tra Cin­quecento e Seicento con attribuzioni nuove ad artisti come Jacopo Siculo, Fabrizio Santafede, Pietro Gaia, Dirk Hen­dricksz, Andrea Lilli: e i contributi sulle oreficerie, sugli altari lignei, sugli stucchi, questi ultimi con un’inedita messa in luce di personalità. botteghe e maestranze.

Né si sono trascurati aspetti relativi alla musica o a istituzioni e personalità che hanno costituito e costituiscono punti di riferimento culturale nella vita della provincia teramana.

I DOCUMENTI DELL’ABRUZZO TERAMANO.

La  pubblicazione è iniziata nel 1983 con il Volume I su  “La valle Siciliana o del Mavone” ed è proseguita quindi nel 1986 con il Volume II su La valle del medio e basso Vomano, nel 1991 con il volume III su La valle dell’Alto Vomano ed i Monti della Laga, nel 1996 con il volume IV Le valli della Vibrata e del Salinello, nel 2002 con il volume V “Dalla valle del Piomba alla valle del Basso Pescara, nel 2003 con il volume VI “Dalla valle del Fino alla valle del Medio e alto Pescara per concludersi nel 2007 con il volume VII su Teramo e la valle del Tordino.

L’opera contiene i risultati di una ricerca essenzialmente rivolta alle testimonianze archeologiche e storico-artistiche della provincia “storica” di Teramo (cioè anteriore alla costituzione della provincia di Pescara nel 1927) estesa dal corso del Tronto a quello del Pescara e dall’Appennino alle coste adriatiche.

L’arco cronologico esplorato va dalla Preistoria alla fine dell’Ottocento.

Se la ricerca si è incentrata sui “documenti” figurativi (opere d’arte o di artigianato artistico, fino a testimonianze significative di cultura materiale) non sono state tuttavia trascurate le testimonianze di ordine storico, perciò ai saggi e alle schede riservati ai documenti di cultura artistica e archeologica, sono stati affiancati contributi atti a delineare puntuali aspetti di eventi storici e altri sono stati dedicati a testimonianze musicali colte o folkloriche (nel volume II raccolte in un CD), a particolarità dialettologiche, alle connotazioni geografiche dei territori presi in esame, a singolarità botaniche, a sopravvenienze di feste, danze, giochi antichi.

In ogni volume, un tomo è stato inoltre dedicato a un “Dizionario Topografico e storico”che, sotto la voce di ogni centro urbano (comune, frazione, località) presente nell’area indagata, ha raccolto una lettura del tessuto urbano, delle sue evenienze artistiche minori, dell’etimologia del nome, delle notizie storiche ad esso relative, delle epigrafi, degli stemmi e l’inventario cronologico degli archivi storici comunali e degli archivi parrocchiali.

Lo schema con cui sono stati realizzati i volumi (schede e saggi affiancati dal “dizionario topografico e storico”) è assolutamente originale ed è un unicum nella catalogazione del patrimonio culturale italiano.

La provincia “storica” teramana è l’unica in Italia a possedere una così capillare documentazione.

Per larghissima parte i volumi hanno pubblicato materiale inedito o poco noto e sono già diffusi nelle università, nei musei e nelle biblioteche non solo italiane, ma europee americane e australiane.

La ricerca ha posto in luce i collegamenti del territorio preso in esame con il flusso della storia e della civiltà artistica italiana ed europea e con una produzione artistica spesso di alta qualità e per alcuni aspetti addirittura ricca di elementi anticipatori rispetto ad opere più note.

La ricerca si è giovata di studiosi di alto profilo che hanno fattivamente collaborato con studiosi e privati ricercatori dell’area presa in esame.

I DAT sono oggi uno strumento prezioso fondamentale per le numerose tesi di laurea assegnate nelle locali università.