CELEBRATA OGGI A TERAMO LA IV GIORNATA EUROPEA DELLE FONDAZIONI

 

Si è svolta stamani a Teramo, in Palazzo Melatino, nella sede della Fondazione Tercas la IV edizione della GIORNATA EUROPEA DELLE FONDAZIONI con il tradizionale INCONTRO CON LA STAMPA per  approfondire e dibattere attorno al tema proposto quest’anno dall’Acri:  “Migrazioni, sviluppo, solidarietà. Le Fondazioni tessono reti di collaborazione”.

Tema peraltro dibattuto in una Tavola Rotonda organizzata proprio in ACRI lo scorso 18 maggio a Roma.

La Giornata delle Fondazioni è proposta da Dafne (Donors and Foundations Networks in Europe), l’organizzazione che riunisce le associazioni di fondazioni d’Europa, a cui aderiscono in Italia l’Acri, che associa le Fondazioni di origine bancaria, e Assifero, l’associazione che riunisce altre fondazioni ed enti di erogazione.

Un recente studio della Commissione Europea conta un numero di oltre 110mila fondazioni di pubblica utilità che, nel loro complesso, possiedono un patrimonio stimato in circa 350 miliardi di euro, impiegano poco meno di 1 milione di cittadini e ogni anno per le loro collettività spendono circa 80 miliardi. Molti sono gli elementi che le accomunano. Da questo è nata l’idea di istituire una Giornata che le celebri

Si tratta di un’occasione per dare riconoscimento alla cultura della filantropia istituzionale e far conoscer un po’ meglio le fondazioni che insieme al mondo del volontariato e del terzo settore concorrono ad alimentare e innovare il welfare nel nostro Paese.

In particolare l’obiettivo principale di questo Evento è fare il punto in termini di iniziative possibili da realizzare in Italia, come quella recentemente varata da alcune Fondazioni a favore dei minori stranieri non accompagnati, sia riguardo a quanto si può fare per contribuire allo sviluppo delle Terre di Origine dei migranti.

I lavori della Giornata sono stati aperti dal Presidente Enrica Salvatore con i saluti rivolti agli invitati ed alle autorità intervenute: Don Davide Pagnottelli, Vicario del Vescovo, Prefetto, Questore, Comandante dei Carabinieri; rappresentanti degli Enti Designanti l’Organo di Indirizzo dell’Ente: Provincia, Camera di Commercio, Sindaci dei comuni di Teramo e Nereto e per il comune di Atri l’assessore Ferretti; rappresentanti della Caritas e della Croce Rossa, del Centro Servizi Volontariato di Teramo e dell’Istituto Regionale Scolastico; amministratori della Fondazione presenti.

Il Presidente quindi ha dato la parola dapprima al professor Everardo Minardi che ha illustrato gli esiti di una Ricerca dell’Università di Teramo finanziata dalla nostra Fondazione dal titolo: “Cavalcando i flussi: immigrati, mercato del lavoro e integrazione sociale e culturale nella provincia di Teramo” e quindi a Sabrina De Flavis, direttrice della Casa Famiglia Madre Ester che ha parlato di alcune buone pratiche rivolte ai Migranti nella struttura di Scerne di Pineto.

In particolare si è soffermata – non senza emozione –  a ricordare la figura di Don Silvio de Annuntis e della Sua lungimiranza nel proporre ed avviare – soprattutto –  corsi di formazione per coloro che devono operare per esigenze legate all’immigrazione. Tra essi la formazione di Mediatori Interculturali che spesso si è rivelata preziosa per la soluzione di casi difficili. Quindi ha parlato di un Progetto unico in Italia sulla prevenzione delle mutilazioni genitali femminili che nel nostro Paese costituiscono reato e che per molti immigrati appartengono invece a pratiche normali della loro tradizione culturale.

Ha ricordato – infine – l’impegno costante di Suor Pina e Suor Cecilia soprattutto nei confronti di bambini abbandonati di famiglie di immigrati.

Se nel 2012, quando si avviò il progetto finanziato dalla Fondazione Tercas sulla immigrazione in Abruzzo e nella provincia teramana in particolare, si usava la espressione “Cavalcando i flussi”, oggi certamente la situazione è mutata profondamente; ci troviamo infatti di fronte a nuove ondate di migranti, che non mirano all’inserimento e alla integrazione nel territorio di accoglienza, ma di andare oltre, verso un altro traguardo, immaginato e rappresentato nel nord dell’Europa. Così ha aperto la sua relazione il Professor Minardi.

In questa prospettiva – ha continuato Minardi – quanto promosso e reso possibile dalla Fondazione Tercas avvalendosi della collaborazione della Università di Teramo – in modo particolare del polo delle scienze sociali della stessa – acquista un suo significato preciso: comprendendo quanto avviene nel proprio territorio e nelle proprie comunità di riferimento, ci si può attrezzare maggiormente di fronte agli effetti paradossali e soprattutto drammatici di una globalizzazione, che non si presenta di per sé come fattore di nuovo sviluppo, ma come fattore di una trasformazione  profonda di un assetto di società che si pensava ormai orientato a nuovi processi di integrazione – quella europea – mentre ora si manifesta sempre più investita da una instabilità progressiva, generata da un sostanziale recesso dell’obiettivo della Unione europea.

A proposito dell’impianto programmatico del lavoro di ricerca condotto a Teramo dall’equipe interdisciplinare a ciò incaricato, il professore ha dichiarato che esso ha consentito di evitare un approccio localistico e particolaristico ad un fenomeno ormai globale come quello della immigrazione. L’attenzione si è subito allargata alla dimensione dell’area mediterranea più vicina, quella della Euro regione adriatico-ionica, che ha messo la esposizione peraltro storica dell’Abruzzo nei confronti dei territori e delle popolazioni dell’Est Adriatico.”

In questa prospettiva – ha affermato – nella Ricerca si  precisavano finalità e metodo di osservazione e di analisi nei confronti di temi quali l’impatto dei flussi immigratori forti e diffusi dal 2012 in poi nei confronti della economia locale, con la crisi di vecchi settori e la nascita di nuove imprese etniche, che si muovevano all’interno di una crescente economia informale, non sempre regolare e legale, con la costruzione di nuovi mercati locali del lavoro.

Ciò comportava ulteriormente la presenza in via di insediamento e di integrazione di persone e famiglie che portavano bisogni di comunicazione e di comprensione che rendeva necessario il riconoscimento della identità linguistica e culturale dei nuovi gruppi sociali, con il necessario adeguamento delle sedi e delle attività formative.

Un nodo particolarmente delicato ed urgente – emerso dalla Ricerca – era ed è ulteriormente rappresentato dalle domande di salute e di benessere delle persone immigrate, che non è disgiungibile da una strategia adeguata di educazione e di prevenzione dei rischi per la salute rappresentati da stili di vita e da accessi ai consumi spesso molto differenti rispetto a quanto offerto dalle comunità di accoglienza.

La identità culturale e sociale delle persone e delle comunità di immigrati ha costituito il centro di riferimento di altri fattori che sono stati considerati e valutati nella Ricerca: la comunicazione e la produzione culturale che viene espressa, spesso con più determinazione ed efficacia nelle comunità marginali, da persone capaci di esprimersi nell’arte, nella musica, nello spettacolo.

Anche di questi aspetti il lavoro di Ricerca si è espresso, costruendo rapporti e comunicazioni tra tali soggetti e la comunità circostante, tra le famiglie e le sedi scolastiche dove si avviava un nuovo processo di riconoscimento reciproco e quindi di progressiva integrazione sociale.

Tutto il lavoro eseguito nell’arco di tre anni quali risultati ha prodotto? Libri, articoli? si è chiesto il professor Minardi in conclusione del suo intervento.

Anche, ma soprattutto relazioni, intese, reciproci riconoscimenti che hanno reso possibile far trasparire un assetto importante e decisivo della integrazione delle persone immigrate – la sua risposta.

Dalla Ricerca è emerso chiaramente che l’assistenza è necessaria e deve disporre delle risorse necessarie; il rispetto delle regole dell’ordine e della vita pubblica è un requisito essenziale per accelerare e irrobustire il processo di integrazione sociale; il riconoscimento reciproco delle differenze che esprimono identità sociali e culturali costituisce il fattore costitutivo di nuove società che anche e soprattutto nella dimensione locale hanno necessità di alimentarsi di un processo di innovazione e di cambiamento che la dimensione della globalizzazione ci richiede sempre di più e con tempi sempre più ridotti.

Fondazione Tercas e Università di Teramo – ha concluso il professor Minardi – si possono ancora rivelare come lead-partner di una governance della società e della economia locale, che non si riconduce ormai solo alle istituzioni locali (Comuni, Province e Regione) ormai in fase di cambiamento dei propri asset tradizionali.